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# 33

Bisogni e desideri

- seconda parte -

 

di Fabio Furlanetto e Carlo Monni

 

Four Freedoms Plaza

La prima cosa che pensano tutti è che la situazione sia impossibile, anche se a queste persone l’impossibile dovrebbe risultare familiare.

Quella davanti a loro è una bambina bionda dagli occhi azzurri. Il suo nome è Valeria Richards e per quanto sembri incredibile è la figlia di Reed e Sue, Mister Fantastic e la Donna Invisibile.

-Suzie…- dice la Cosa alla sua cara amica -… dimmi che non sei impazzita e non hai rapito la figlia della tua omologa dell’Universo MUSA… ah ho davvero detto “omologa”?

-Ben!- esclama Sue con voce indignata -Come puoi pensare che farei mai una cosa simile?

-Calma Suzie, stavo solo cercando di sdrammatizzare.

-Beh, ammetterai sorellina che il dubbio poteva venire- interviene Johnny Storm, la Torcia Umana.

-Allora, Reed, qual è la vera spiegazione?

-Il Cubo Cosmico- risponde Mister Fantastic. Il forte desiderio di Susan di avere quella figlia che aveva perduto anni fa[1] ha materializzato questa… copia della Valeria che abbiamo incontrato quando si è aperto il varco tra i due mondi.[2] Non avresti dovuto farlo Sue, è stato decisamente irresponsabile da parte tua… tuttavia…- Reed esita e guarda verso la bambina che se ne sta silenziosa in un angolo -…tuttavia avrei fatto esattamente la stessa cosa. È come se fosse stato posto rimedio al male che abbiamo subito anni fa.

-Reed… io…

-Piantatela voi due o mi commuovo di brutto - interviene Ben Grimm.

-Hai ragione Ben - conviene Mr. Fantastic -Ora dobbiamo pensare a cosa fare con lei.

-Ehi… io sono qui se vi è sfuggito.

Sentir parlare la bambina come un’adulta ricorda loro che è dotata di una super intelligenza molto superiore alla sua età fisica. Qualunque essa sia.

Johnny si inginocchia verso di lei e sorridendo le dice:

-Perdonalo, nipotina. Reed è bravo ma a volte tende a dimenticare che siamo persone non problemi da risolvere.

Valeria sorride.

-Lo so…- risponde -… lo conosco… conosco tutti voi… da sempre.

-Solo io lo trovo mostruosamente inquietante?- aggiunge Ben.

-Anche io ti conosco- interviene Franklin –Ti ho vista nei miei sogni. Giocavamo insieme. A volte i miei sogni diventano veri. Forse è così anche ora.

Allunga la mano per toccarla ma le passa attraverso.

 

Il Consiglio dei Richards

Tutte le persone all’interno di questa stanza sono Reed Richards. Molti sono irriconoscibili rispetto al Reed che ha appena incontrato la propria figlia: troppo diversi per corporatura, per età, per etnia, per sesso. Alcuni non sono completamente umani, altri non lo sono affatto. Uno di essi indossa un elegante completo bianco ed un Guanto dell’Infinito.

-Vi avevo detto che saremmo dovuti intervenire prima. La vicinanza alla sua famiglia gli rende impossibile agire razionalmente; lui stesso lo ha appena ammesso.

-Forse dovremmo aspettare; del resto, il 24% di noi ha avuto dei figli che hanno salvato l’universo - obietta un Reed riconoscibile dal saio e dalla lunga barba.

-Ed il 32% ha avuto dei figli che lo hanno distrutto. La più grande minaccia che il Consiglio abbia mai incontrato potrebbe vedere la luce mentre perdiamo tempo a discutere - aggiunge un altro Reed, calvo e dal cranio sproporzionatamente largo rispetto ai suoi simili.

-Chi vota per la sopravvivenza di un’altra Valeria Richards? - chiede il Reed in completo bianco.

Ben poche mani si alzano.

 

Four Freedoms Plaza

Ben Grimm sbuffa. È in momenti come questo che non invidia il suo migliore amico... certo, è l’uomo più intelligente del mondo, felicemente sposato con una donna bellissima e senza una faccia che i piccioni possono scambiare per un luogo d’incontro... ma ha una responsabilità immensa sulle sue spalle. Ben Grimm è un uomo d’azione e non sopporta di trovarsi senza niente di utile da fare; non riesce ad immaginare cosa si provi ad essere costantemente considerati la fonte di ogni soluzione. Ed ha visto quell’espressione sul volto di Reed mille volte, solitamente seguito da sincere scuse sul perché l’ultimo tentativo di trasformare la Cosa in un uomo è andata storta.

-Allora Gommolo, com’è la situazione? Ce la fai a spiegarcelo con meno di 25 parole… che abbiano meno di undici sillabe?- chiede Ben, sperando che dare a Reed una scossa.

-La conclusione più ovvia è che dato che il Cubo Cosmico usato per crearla era danneggiato, la stessa esistenza di Valeria è instabile. Si potrebbe dire che la realtà percepisce questa Valeria come un’anomalia e si sta correggendo da sola per eliminarne l’esistenza.

-Uhm… più di 25 parole ma tutte comprensibili… stai migliorando amico. Ora dicci che hai trovato una soluzione.

-Mi piacerebbe… ma la dura verità e che tutti i tentativi che ho fatto finora sono falliti.

-Tenuto conto della velocità con cui sta avvenendo, la mia smaterializzazione è questione di ore- spiega Valeria e la sua vocina da bambina che usa parole da adulta rende la cosa più inquietante per i presenti -I macchinari di papà possono rallentare il fenomeno ma non impedirlo.

-Sembra che il mio tanto vantato genio non serva mai a nulla quando si tratta di aiutare i miei cari- sbotta Reed.

-Non essere troppo duro con te stesso, papà.

La situazione deve essere davvero seria, pensa Johnny. Non gli è capitato molto spesso di vedere suo cognato sul punto di crollare. Ripensandoci, una delle ultime volte è stata proprio quando lui e Susan hanno perso la loro bambina.

Alle sue spalle Franklin borbotta qualcosa.

-Che c’è, scricciolo?- gli chiede Ben Grimm.

-Mi hanno messo da parte zio Ben… papà e mamma. Come se non mi riguardasse quello che sta accadendo a Valeria ma è mia sorella… ho sempre voluto una sorella e ora che ce l’ho, se ne sta andando e non posso farci niente.

-Ti capisco. Anch’io e zio Johnny vorremmo poter far qualcosa ma possiamo solo stare a guardare.

-Ma io posso!- replica Franklin decisamente agitato –Io ho creato un intero mondo una volta,[1] un intero universo pieno di gente vera e viva e l’ho fatto senza pensarci, perché non riesco a fare lo stesso con Valeria quando lo voglio così tanto?

-Beh… i tuoi poteri sono troppo grandi perché un bambino possa gestirli.

-Non sono un bambino!- sbotta lui -Ci deve essere qualcosa che posso fare.

-Calmati Frank - interviene Johnny Storm –Io ti capisco sai? Da sempre tutti mi trattano come se fossi un irresponsabile nonostante abbia spesso dimostrato che so essere maturo quando serve.  Se pensi davvero di poter essere utile, forse dovresti fare tutto quello che puoi per aiutare Valeria e i tuoi genitori.

Fare tutto quello che può? Franklin riflette: cosa può fare lui se i suoi poteri non funzionano e persino un genio come suo padre non riesce ad aiutare Valeria.

“Forse un genio questa volta non basta” pensa Franklin.

 

Castello Destino, Latveria

Il fuoco del camino illumina l’enorme stanza; all’esterno è ancora notte. Un uomo seduto su una lussuosa poltrona è intento a leggere uno spesso libro polveroso. Non fa caso al ragazzino biondo che appare improvvisamente alle sue spalle.

-Dottor Destino. Devi venire con me - dice Franklin cercando di usare una voce il più intimidatoria possibile, ma che tradisce il suo nervosismo.

Un robot d’assalto alto due metri sfonda la libreria, facendo un passo verso Franklin; l’intera stanza trema per il suo peso. Al posto delle mani ha dei fucili al plasma.

<Accesso non autorizzato. Avete cinque secondi per andarvene. Quattro. Tre>

Il ragazzo deglutisce nervosamente, ma non indietreggia. L’uomo sulla poltrona richiude lo spesso tomo, che si alza in volo e si ripone da solo sul tavolino. Ad un suo cenno, il conto alla rovescia si ferma.

L’uomo si alza. La sua ombra divora l’intera sala, e Franklin Richards trema.

-Il figlio di Richards. Vedo che hai ereditato l’avventatezza di tuo padre.

-Sono...sono venuto a chiedere il tuo aiuto.

-Un tempo ho offerto la tua anima in sacrificio a Mefisto[2]. Perché dovrei aiutarti?

-Non sono io che ho bisogno del tuo aiuto. È mia sorella Valeria.

-Valeria…- ripete l’uomo in armatura, come se si fosse risvegliata una memoria sepolta.

 

Four Freedoms Plaza

Susan Richards non ha mai alzato le mani contro il figlio, ma adesso ha la tentazione di sculacciarlo. Non solo sua figlia è in pericolo di vita, ora è pure in presenza di quello che è forse l’uomo più pericoloso del mondo!

-Franklin, hai idea di cosa hai fatto? L’ultima volta che abbiamo incontrato Destino stava cercando di distruggere tutti gli universi paralleli[3] e la volta precedente voleva scatenare la Terza Guerra Mondiale![4]

-Appunto perché sono un uomo molto impegnato, Susan, passiamo ai fatti.

-Non ti chiederò neanche come hai fatto ad entrare. Che cosa sai della situazione di Valeria?- Reed chiede, allungando la testa di qualche metro per poter parlare faccia a faccia con Destino.

-Solo ciò che mi ha detto il ragazzo: che la realtà sta cercando di cancellarla e che tu non sei abbastanza intelligente da salvarla.

-Non è quello che ho detto, papà, sul serio!- si difende Franklin.

-Ti credo, figliolo- risponde Reed con un sorriso paterno. Le cose che preoccupano i bambini...

Ben Grimm fa una smorfia di disgusto.

-Chi ha detto che abbiamo bisogno dell’aiuto di questa scatola di sardine ambulante? Secondo me non ci serve.

-Attento Grimm - replica il supercriminale -Tu stai sfidando la pazienza d Destino.

-Sai quanto me ne frega.

-Mi pare evidente che quando ti hanno chiamato la Cosa si riferivano al livello della tua intelligenza, troppo limitata da meritare di essere definita tale.

-Adesso basta faccia di metallo: ti insegnerò l’educazione a suon di sganassoni.

-Davvero?

La Cosa si lancia contro Destino ma viene respinto da un campo di forza invisibile… e la stessa cosa accade al Dottor Destino.

-Smettetela di comportarvi come bambini mentre è in gioco la vita di MIA FIGLIA!- urla la Donna Invisibile.

Ben vorrebbe dire qualcosa ma di fronte allo sguardo di Susan rinuncia e si ritira in un angolo.

Destino freme ma alla fine, dopo aver fissato negli occhi Susan Storm Richards ed avervi letto una rabbia e determinazione che raramente ha visto in lei, si ritrova a pensare che non sia il caso di farla arrabbiare oltre.

-Molto bene. C’è un legame tra Destino e la bambina...un legame che trascende il tempo e lo spazio. Un legame che forse può aiutare a salvarla, cosa che tu… Richards… non sei riuscito a far da solo.

-Se pensi che ti lascerò farle del male...- inizia a reagire Reed.

-Destino giura che non nuocerà mai alla bambina. E la parola di Destino è assoluta.

 

Nei cieli di New York

Non ce la faceva più a restare lì senza poter far niente. Johnny Storm ha sentito il bisogno di prendere una boccata d’aria, di schiarirsi le idee. Odia sentirsi inutile: sua nipote… o almeno qualcuno che ci va molto vicino… è in pericolo e lui non può fare nulla per aiutarla.

Sembra la storia della sua vita: ha un grande potere, le folle lo amano eppure... cos’ha concluso davvero? La sua vita personale è un disastro: le donne che ha amato lo hanno tutte lasciato, non è stato capace di finire l’università e perfino gli amici come Wyatt Wingfoot si si sono allontanati. A parte la sua carriera come Torcia Umana che gli resta?

-Johnny!

A chiamarlo è stata sua sorella; a prima vista potrebbe sembrare che sia in piedi sull’aria, dato che la piattaforma che la sorregge è invisibile. E dato che questa è New York, nessuno fa caso all’uomo avvolto dalle fiamme che si siede su un divano invisibile a fianco alla sorella.

-Non dovevi seguirmi, Sue. Sono abbastanza grande da cavarmela da solo.

-Lo so. Non sei più un ragazzino scapestrato ed irresponsabile anche se a volte ti trattiamo come se lo fossi. Capisco che cosa provi ad essere messo in disparte...ricordi quando mi escludevate dalle missioni più difficili perché “troppo pericolose per una donna”?

-Non smetterai mai di rinfacciarci quanto fossimo stupidi a pensarlo, vero?

-È il dovere di una sorella maggiore: l’onestà è un brutto difetto di famiglia. E vorrei che anche tu fossi onesto con me, Johnny: sono andata troppo in là?

-Hey, non sei tu quella che ha praticamente offerto un posto per la notte a mister “voglio conquistare il mondo”. Di nuovo.

-No, mi riferivo a Valeria. Non sapevo che il Cubo Cosmico avrebbe duplicato la figlia che ho perso anni fa, ma anche se l’avessi saputo...avrei dato qualunque cosa pur di riaverla, Johnny, qualunque cosa. Che razza di madre da alla luce una bambina pensando solo alla propria felicità?

-A volte pensi troppo per il tuo stesso bene, Susan; forse è la cosa che ti rende più simile a Reed. È molto semplice: Valeria è tua figlia, tu faresti qualunque cosa per lei, e la tua famiglia sarà sempre al tuo fianco. Tutto il resto è superfluo.

-Hm. Forse sei davvero maturato, fratellino.

-Non dirlo in giro o mi rovinerai la reputazione. Fai strada, sorellina: si torna a casa.

 

Il Consiglio dei Richards

Nonostante cerchi spesso di presentarsi rispetto alle nuove reclute come un’organizzazione monolitica, il Consiglio è un’associazione tutt’altro che omogenea. Le discussioni sono all’ordine del giorno, ed i suoi membri apprezzano il libero scambio di idee anche quando si anima.

Quello di oggi è forse uno dei casi più critici: il Reed che indossa il Guanto dell’Infinito e la sua controparte barbuta devono essere quasi trattenuti dai propri colleghi.

-Di che altre prove hai bisogno? Stanno collaborando con Destino!

-Non possiamo condannare Valeria solo per ciò che potrebbe succedere! Abbiamo fondato il Consiglio perché la Scienza desse speranza al mondo, non nuove paure!

-Sicuro che nel tuo interesse ci sia la scienza e non il tuo orgoglio? Anche tu avevi una figlia e non sei riuscito a salvarla. Se ricordo bene, hai distrutto il tuo intero universo nel tentativo di salvarla.

-Allora non conoscevo tutto quello che so adesso. Oggi potremo salvarla. Vi prego -  implora il Reed barbuto, senza tuttavia ricevere un solo accenno di compassione.

-Non c’è spazio per i sentimenti nel Consiglio. La tua esitazione è un pericolo per tutti noi - sentenzia Reed Richards, che con la mano che indossa il Guanto dell’Infinito fa un cenno ad un Reed con l’armatura del Cavaliere Nero, mentre un altro dalla pelle rocciosa immobilizza il Reed barbuto. La Lama d’Ebano mette fine alla ribellione.

 

Il laboratorio trans-temporale

Mentre suo marito Reed, Destino e Valeria stanno lavorando assieme, Susan può solo stare a guardare assieme alla Cosa.

-Sai, Ben, vedere Valeria lavorare alla pari con loro mi fa sentire al tempo stesso orgogliosa e spaventata. Quello che ho sempre desiderato era una famiglia normale e invece… mio figlio può modellare la realtà solo desiderandolo e mia figlia non ha ancora l’età per andare a scuola ed ha già un’intelligenza superiore a quella del padre... credo.

-Ah… Suzie, Suzie... La normalità ce la scordiamo noialtri. Se mai avessi dei figli cosa sarebbero: dei piccoli mostrini di roccia? E da quale donna potrei mai averli se…

-Mi spiace Ben. Mi sto comportando come un’egoista.

-Non dirlo nemmeno per scherzo, Suzie: conosco quella bambina solo da poche ore ma già le voglio bene come se l’avessi vista nascere.

 

-Bah! Tutto questo è inutile!- protesta Destino, sfasciando con un pugno l’attrezzatura.

-Non arrenderti, zio Destino, siamo sulla strada giusta - tenta di rincuorarlo Valeria - Dobbiamo solo stabilizzare...

-Odio dirlo, tesoro, ma Victor ha ragione: questo è un vicolo cieco. Serve un’altra strada - la interrompe Reed, soprattutto per evitare una sfuriata di Destino al suggerimento che possa arrendersi. È sicuro che Victor non voglia fare del male a sua figlia, ma dire che il suo ex compagno di università non è mai stato molto stabile sarebbe un eufemismo.

-Esiste un modo. E persino una mente limitata come la tua deve averci pensato, Richards.

-Non puoi seriamente considerare...

-Monitorando la matrice dimensionale sarebbe possibile. Se potessimo isolare...

-...il campo di instabilità? Sì certo, potremmo tentare, ma il rischio è...

-Hey! Non fate finta che non ci sia!!! Di che state parlando!?- protesta Valeria.

-Progetto Overlord - risponde Destino.

-Progetto Speranza - risponde Reed allo stesso tempo, per poi voltarsi verso Destino e chiedere:

-“Overlord”? Sul serio? Credevo avessimo deciso per “speranza”.

-Avevo acconsentito a non chiamarlo “Progetto Destino”, non a scegliere un nome suggerito da te.

-Mai sentito nominare; da quando in qua fate progetti assieme?- si intromette Susan.

-Eravamo ancora all’università, Sue. Avevamo ideato un procedimento capace di alterare la realtà, un po’ come il Cubo Cosmico. Mi sono sempre chiesto se l’AIM si fosse ispirata a noi.[5]

-Niente di così limitato, Richards. Il Cubo Cosmico è energeticamente inefficiente; serve una connessione alla dimensione degli Arcani per farlo funzionare. Se si recide il collegamento prima che realtà si sia stabilizzata, qualsiasi modifica apportata dal Cubo si annulla... come sta succedendo a Valeria. Per ovviare al problema, avremmo attinto all’energia dell’universo stesso per modificarlo. Tuttavia abbandonammo il progetto per certe...complicazioni impreviste.

-“Complicazioni”? Il processo è intrinsecamente instabile. Avremmo distrutto l’universo.

-Rischi del mestiere - risponde glacialmente Destino.

Prima che Reed possa controbattere, c’è un improvviso lampo e nell’aria stessa si apre un varco. Da una specie di portale sciamano nel laboratorio quelle che sia Reed Richards che Destino riconoscono istantaneamente come copie di Reed stesso: il Concilio dei Richards ha deciso di attaccare.

-Ah, finalmente un po’ di azione, iniziavo a pensare che avremmo parlato e basta.- commenta la Cosa, lanciandosi in battaglia.

 

Il Reed con il Guanto dell’Infinito è l’ultimo ad uscire dal portale, studiando attentamente la disposizione delle sue controparti. Non si fa troppe illusioni sul fatto che i Fantastici Quattro possano vincere la battaglia: è quello che fanno sempre. Il segreto è far sì che la loro vittoria sia utile ai suoi scopi senza che loro se ne possano accorgere.

E’ una interessante partita di scacchi. Un Reed che potrebbe essere facilmente scambiato per Hulk se non fosse per le tempie bianche si sta occupando della Cosa: perderà, perché troppo intelligente per abbandonarsi alla furia cieca del gigante di giada, ma non ha importanza.

Un Reed che utilizza un’armatura ibrida tra quella di Iron Man e quella di Destino, ma tecnologicamente superiore ad entrambe, terrà occupato Von Doom quanto basta. Reed trova lo scontro ironico: Destino vincerebbe facilmente se utilizzasse la magia, forse l’unico campo della conoscenza in cui non si è specializzato nessun membro del Consiglio, ma il suo orgoglio lo obbliga a sconfiggere il rivale sullo stesso terreno. Sarebbe divertente se non fosse così patetico.

La Torcia Umana e la Donna Invisibile non devono essere sottovalutati. E’ indispensabile che i due non siano mai troppo distanti l’uno dall’altra, in modo da essere costantemente distratti dall’idea di doversi aiutare a vicenda. Anche così, la versatilità dei loro poteri obbliga il Consiglio a mettere in campo non meno di tre Reed per ciascuno di loro.

Ma una sola persona, in tutto questo caos, ha importanza: Valeria Richards. Il Reed che indossa il Guanto la raggiunge, studiando attentamente il progetto a cui la bambina ha lavorato con il padre.

-Perché?- chiede lei. Diretta al punto; quasi abbastanza da suscitare orgoglio paterno.

-Non sei la prima figlia di Richards a rischiare di svanire. Il vostro piano è già stato tentato altrove e non ha mai funzionato: le tue controparti hanno solo distrutto il proprio universo ed altri innocenti.

-Ma perché ricorrere alla violenza? Avresti potuto semplicemente dirci di non farlo!!!

-Siamo Reed Richards. Niente scatena la nostra creatività come una sfida impossibile.

-O la nostra famiglia in pericolo - aggiunge un altro Reed, cercando di colpire la propria controparte aggirando il campo di forza personale con un tirapugni in vibranio. Ma prima che il padre di Valeria possa colpire, il suo corpo smette di rispondere alla sua volontà e si accascia al suolo. Un Reed calvo dal cranio sproporzionatamente grande torna ad essere visibile.

-Proprio come avevi previsto: le sue difese telepatiche erano a dir poco insufficienti.

-Le tue come sono?

A queste parole si accompagna una scarica psichica talmente potente da essere quasi visibile ad occhio nudo. I Fantastici Quattro ed il Dottor Destino hanno la sensazione che il cervello voglia improvvisamente uscire dal cranio, e sono nemmeno il bersaglio.

-Franklin?- chiede Mister Fantastic, appoggiandosi al figlio per rimettersi in piedi.

-Non sono in punizione per aver usato i miei poteri, vero?

Reed Richards si guarda attorno: tutte le sue controparti sono a terra, prive di sensi.

-Certo che no, Franklin. Non vergognarti mai di quello che puoi fare.

-E con questo possiamo mettere la parola fine al Consiglio dei Nerd - interviene la Torcia Umana, pronto a scagliare una fiammata verso il portale dimensionale ancora aperto.

-Aspetta, zio. Ho avuto un’idea - dice Valeria.

-Aspetta, Johnny. Ho avuto un’idea - dice Reed allo stesso tempo.

-Fermati, Storm. Destino ha avuto un’idea - dice il tiranno allo stesso tempo.

-Vedete di darvi una mossa, allora - risponde Johnny, indicando la nuova ondata di Richards che si sta riversando in questa dimensione.

-Johnny, Ben, ho bisogno che li teniate a bada. Noi dobbiamo andare dall’altra parte.

-Nessun problema, Gommolo. Indovina un po’ che ora è?- risponde la Cosa, scrocchiando le nocche.

 

Il Consiglio dei Richards

La Donna Invisibile non è affatto contenta di aver lasciato suo fratello e la Cosa a combattere da soli… o peggio: in compagnia del Dottor Destino. Non è certa di potersi davvero fidare di lui… tuttavia è in gioco la sopravvivenza di sua figlia e non intende perderla di nuovo. E per quanto possa essere in disaccordo con la tendenza di Reed a dare al proprio peggior nemico una possibilità dopo l’altra (ormai è certa che Victor sia oltre ogni redenzione), sa che suo marito non farebbe mai nulla che possa mettere in pericolo la propria famiglia.

I due sono assolutamente invisibili all’occhio umano ma i sofisticati sensori inventati da un qualunque Reed Richards sono tutto un altro discorso.

Solo la prontezza di riflessi di Susan le permette di alzare un campo di forza attorno a lei e Reed appena in tempo per evitare che dei raggi laser li riducano in cenere.

-Beh… a questo punto è inutile restare invisibili.

-Ed è anche inutile - afferma un Reed Richards che veste quella che sembra una variante in bianco del costume dell’Uomo Ragno –Non avete alcuna possibilità contro di noi in casa nostra.

Ha appena finito di parlare che un raggio di energia lo coglie alla schiena e lui stramazza a terra rivelando alle sue spalle il Dottor Destino.

-Tempo di una nuova gestione, Richards.

-Lo hai ucciso!- esclama Susan.

-Ho salvato le vostre miserabili vite e tu mi accogli così?- ribatte Destino mentre fa fuoco verso un altro paio di Richards che erano accorsi. Sono senz’altro colpi letali, ma Susan protegge i due Richards con un campo di forza, solo per utilizzarne immediatamente dopo un altro per scagliarli l’uno contro l’altro. Un’azione molto dolorosa, ma i due Richards vivranno.

-Attenta Susan, tu...

-“Metti a dura prova la pazienza di Destino”: conosco la solfa. Ma ora stai lavorando con i Fantastici Quattro, e noi non uccidiamo. Voglio la tua parola che non ci saranno altre vittime.

-Destino non fa promesse che non può mantenere.

-Preferisci scommettere sulla capacità del mio campo di forza di fare a pezzi la tua armatura?

-Susan, non abbiamo tempo da perdere - incita Reed Richards - Questa postazione non è sicura, saremo sotto attacco costante da parte delle mie controparti. Abbiamo bisogno del tuo campo di forza mentre attiviamo le nostre difese.

-Ancora non ho capito perché siamo dovuti venire qui. Se avessimo chiuso il portale...

-Sarei morta, mamma. Guarda qui! – dice Valeria per attirare la sua attenzione, correndo verso una macchina troppo complicata perché Susan possa capirne la funzione.

-Wow. Uno stabilizzatore trans-dimensionale! Molto più avanzato del nostro!- esclama la bambina, eccitata come se avesse messo gli occhi su un giocattolo.

-Non userei il termine “più avanzato” - la corregge Reed.

-Una pallida imitazione, al massimo - commenta Destino.

-Non potete costruirne uno a casa nostra, invece che nel luogo meno sicuro del multiverso?- chiede Susan, il cui campo di forza è già sotto il bombardamento di una ventina di attacchi diversi.

-Sì, ma non senza distruggere il nostro universo. Ma questa base è in una dimensione alternativa costruita artificialmente. Questa macchina può curarmi - spiega Valeria.

Destino si butta immediatamente sul lavoro, smantellando le macchine che ha di fronte con spiazzante facilità. Reed esita quando vede i raggi repulsori di una delle sue controparti rimbalzare contro il campo di forza di Susan, che nonostante si sforzi di non darlo a vedere è provata dalla fatica di resistere all’assalto.

-Richards. Non abbiamo tempo per le tue debolezze - lo redarguisce Destino.

-Sei davvero sicuro di voler restare con lui?- Susan domanda a Reed.

-Ora che le difese sono attive ho bisogno che tu sia dall’altra parte del Ponte per tenere aperto il passaggio con il tuo campo di forza, Susan. Se gli scudi personali di Victor sono avanzati come dice...

-Lo sono - puntualizza Destino.

-Ho bisogno di qualcuno ad aspettarmi dall’altra parte, Susan. So di poter contare su di te.

Ci sono molte cose che Susan vorrebbe dire a suo marito in questo momento; ma due persone che hanno sfidato e sconfitto l’impossibile così tante volte non hanno bisogno delle parole per capirsi. Gli dà un rapido bacio sulla guancia, congedandosi con tre parole che per Reed Richards hanno la stessa chiarezza ed inevitabilità delle leggi di gravitazione universale:

-Salva nostra figlia.

 

Valeria Richards osserva la madre allontanarsi dalla sala del Consiglio, protetta dal proprio campo di forza invisibile. La bambina osserva due uomini che ha conosciuto in un’altra vita, entrambi responsabili di averle dato i natali...e che sono disposti a farlo una seconda volta.

Non può fare a meno di notare l’incertezza di Reed: procede metodicamente, soppesando ogni azione, mentre Destino sembra conoscere ogni minimo dettaglio di ciò che ha davanti.

-Zio Destino...mantenendo gli scudi attivi non ci sarà abbastanza energia per completare il processo.

-Possiamo re-indirizzare l’energia dei colpi del nemico per alimentare il processo - spiega Destino.

-Victor, credo che Valeria abbia ragione: stabilizzare un campo trans-dimensionale è un procedimento con un consumo energetico esponenziale. Forse la fiamma di Johnny potrebbe...

-Non abbiamo bisogno di quello stolto immaturo. Siamo pronti.

-Stai scherzando, vero? Al momento possiamo generare un campo di alterazione troppo limitato.

-I limiti non significano nulla per Destino - commenta il tiranno in armatura, puntando il guanto contro l’eterno rivale e preparandosi a fare fuoco a distanza ravvicinata.

-Victor, che cosa stai facendo? Non abbiamo tempo per questo!!!

-Posso ucciderti adesso. La macchina può generare abbastanza energia da uccidere tutti quanti gli altri Richards in un colpo solo. E distrutti tutti voi, non ci sarà più nessuno a fermarmi.

-Zio Destino, no!- protesta Valeria, poco più di un’immagine sbiadita, abbracciando il padre.

Basterebbe così poco. Lei non può fermarlo. Nessuno può. Solo un colpo e potrebbe...

-Hai dato la tua parola, zio Destino. La tua parola – gli ricorda Valeria.

Gli sguardi del tiranno e della bambina si incrociano. Lo stesso fuoco brucia negli occhi di entrambi.

 

Four Freedoms Plaza

Definirla una lotta impari sarebbe poco: il Consiglio ha una superiorità numerica di almeno quattro a uno. Se si trattasse solamente di super-poteri, i Fantastici Quattro riuscirebbero comunque a vincere lo scontro nonostante l’assenza del loro leader: del resto, le loro vittorie più grandi sono sempre state conquistate con l’intelligenza e con il cuore.

Ma questi non sono nemici qualunque: sono tutti Reed Richards. Ognuno di loro ha combattuto per anni al fianco di altri Susan, Johnny e Ben. Conoscono ogni debolezza, ogni dubbio, ogni esitazione. E non hanno il benché minimo scrupolo a sfruttarle.

Il Ponte si attiva ancora, per segnalare l’arrivo di un ennesimo Reed Richards...ma invece di essere accompagnato da versioni alternative di se stesso, al suo fianco ci sono il Dottor Destino ed una Valeria Richards ormai completamente solida.

-Posso avere la vostra attenzione? – chiede Reed Richards.

Il colpo energetico emesso dal guanto di Destino colpisce un Reed che indossa il costume del Fenomeno, ed il frastuono del titano che cade a terra fa calare il silenzio.

-Grazie, Victor. Abbiamo dato inizio ad una reazione a catena nella vostra base che porterà alla sua totale disintegrazione; questa è la vostra ultima possibilità di tornare a casa di vostra spontanea volontà, prima che la mia famiglia vi cacci in malo modo. Credetemi, non volete avere a che fare con loro quando iniziano a fare sul serio.

Ci sono mormorii di disappunto, ma tutti i Reed presenti sono abbastanza intelligenti da sapere che la battaglia ha perso di significato. Uno di loro, che indossa un elegante completo bianco ed il Guanto dell’Infinito, si avvicina al padre di Valeria e lo guarda negli occhi.

-Credi di aver vinto? Distruggere la nostra base non serve a niente: ne costruiremo un’altra.

-Trovare una linea temporale dove farlo non sarà facile; scoprirete che la distruzione della vostra dimensione artificiale ha reso impossibile costruirne una nelle zone iperspaziali limitrofe. In più, abbiamo trasmesso una copia del vostro database a tutte le Terre da cui provenite, così conquistare i vostri mondi nativi sarà molto più difficile.

-E’ stata una mia idea – si vanta Valeria.

 

Anche con la maschera, è facile intuire l’espressione compiaciuta del Dottor Destino nell’osservare decine di Reed Richards che battono in ritirata dopo essere stati sconfitti. Per suo esclusivo merito, almeno nella sua testa. Quello che Destino non si aspetta è vedere il Reed della propria dimensione allungare una mano per farsela stringerla.

-Grazie, Victor. So quanto ti è costato aiutarmi.

Il Dottor Destino osserva quella mano come se fosse il peggior insulto di tutti i tempi.

-Questo non cambia niente tra noi, Richards. Non l’ho fatto per te. Quando ci rivedremo...

-Non mi aspetterei niente di meno, Victor.

-Grazie, zio Destino.- interviene Valeria, correndo ad abbracciare l’uomo in armatura. Il primo istinto di Susan è di correre da lei, quando vede la mano di Destino abbassarsi verso la figlia.

Ma il guanto di metallo che ha versato chissà quanto sangue si limita ad accarezzarne i capelli biondi, con una tenerezza inaspettata da un uomo così spietato.

-Cresci forte, bambina. C’è un destino glorioso davanti a te, e mi assicurerò che niente e nessuno te lo possa mai negare. Dopotutto, c’è un legame tra noi forte quanto il sangue.

Il Dottor Destino si allontana dalle persone che lo detestano più di chiunque altro al mondo, e da una delle pochissime che tiene veramente a lui.

-Possiamo non invitarlo alle riunioni di famiglia, vero? - chiede Johnny Storm.

 

Il Consiglio dei Richards

I frammenti di realtà si stanno sbriciolando rapidamente, lasciando scivolare i secondi nel limbo della non-esistenza. Il corso di innumerevoli linee temporali è stato alterato in questo luogo, dove tutto sta per svanire. Fino a quando l’inevitabile aumento di entropia, l’unica vera costante di tutte le realtà, si piega ad un volere superiore e diminuisce rapidamente.

Quando l’uomo dai capelli biondi e la folta barba ha completato la sua opera, apre un portale interdimensionale. Una giovane donna dai capelli biondi lo raggiunge; entrambi indossano un costume blu che sarebbe stato familiare ai precedenti occupanti di questa dimensione.

-Fai presto. Mantenere assieme le ceneri di questa linea è più difficile di quel che sembra.

-Devo solo prendere una cosa – risponde la donna, correndo verso il dispositivo temporale.

E’ pesantemente danneggiato, ma non irreparabile. Dovrà bastare.

-Spero che tu non ti sia stancato troppo, fratellone, abbiamo molto lavoro da fare.

Franklin e Valeria Richards utilizzano il portale per ritornare a casa, lasciando che la dimensione alle loro spalle muoia nuovamente.

Il Consiglio dei Richards svanisce completamente, pronto a rinascere in una nuova forma.

 

Castello Destino, Latveria

La tempesta imperversa sul castello, a riflettere l’umore del suo padrone. Osserva le fiamme bruciare nel camino, la sua ombra imponente ed irremovibile.

La vittoria era tra le sue mani e non ha potuto stringerla a sé. Richards pagherà per questo, oh sì, un giorno pagherà. E non sarà il solo.

Destino ha giurato di non fare mai del male alla bambina, questo è vero. Ma Valeria Richards non resterà per sempre una bambina…

 

 

FINE

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

Finale insolito per portare alla conclusione l’arrivo di Valeria Richards nell’universo Marvel IT, dopo il cliffhanger del numero scorso.

Un sentito ringraziamento a Mr. T ed Andrea Garagiola per un ciclo di storie che si è interrotto troppo presto e che speriamo che qualcuno voglia prima o poi continuare.

Rivedrete il Dottor Destino sulle pagine della sua serie personale Marvel IT, i Fantastici Quattro e figli in varie apparizioni su varie serie Marvel IT quando non ve li aspettate.

 

Carlo & Fabio



[1] Franklin si riferisce, ovviamente, al cosiddetto Rinasciverso, da lui creato per salvare la vita degli eroi c si erano sacrificati contro la minaccia di Onslaught.

[2] Su Fantastic Four Vol. 1° #276/277 (In Italia su Fantastici Quattro, Star Comics, #49/50.

[3] Su Crossover 5

[4] Su Fantastici Quatto MIT #25.

[5] Come visto in Destino MIT #7



[1] Su Fantastic Four Vol. 1° #267 (In Italia su Fantastici Quattro, Star Comics #39).

[2] Vedi Crossover #1 e seguenti.